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Ma mentre continuava a fissare l’anello, iniziò a preoccuparsi …
Quanto sarà costato?
Come se le avesse letto la mente, Ryan interruppe i suoi pensieri …
“Non preoccuparti per l’anello.”
Il sorriso rassicurante di Ryan fece svanire la sua preoccupazione in un istante. Sapeva che non era uno sprovveduto, quando si trattava di denaro. Probabilmente aveva fatto un buon affare con quell’anello, ma non gli avrebbe mai chiesto maggiori dettagli.
Riley vide Ryan rattristarsi, mentre il suo sguardo vagava intorno nell’appartamento.
“Qualcosa non va?” gli chiese.
Ryan emise un sospiro e rispose: “Costruirò una vita migliore per te. Lo prometto.”
Riley si sentì stranamente scossa.
Così gli chiese: “Che cosa c’è che non va, nella vita che abbiamo adesso? Siamo giovani e innamorati, e avremo un bambino e …”
“Sai che cosa intendo” Ryan la interruppe.
“No, credo di no” Riley replicò.
Il silenzio calò tra loro.
Ryan sospirò di nuovo e disse: “Ascolta, domani comincio a lavorare con uno stipendio minimo. Non lo ritengo certo il più grande successo al mondo. Ma è uno studio legale buono, e, se resto, salirò di livello e potrei anche diventare socio un giorno.”
Riley lo fissò.
“Un giorno, certo” osservò. “Ma è già un grande inizio per te. E mi piace quello che abbiamo adesso.”
Ryan alzò le spalle. “Non abbiamo molto. Abbiamo una sola auto, e mi servirà per andare a lavorare, il che significa …”
Riley lo interruppe: “Il che significa che prenderò la metro per andare al tirocinio ogni mattina. Che cosa c’è di male in questo?”
Ryan si protese dall’altra parte del tavolo e le prese la mano.
“Devi camminare per due isolati fino alla stazione della metro più vicina” le disse. “E questo non è il quartiere più sicuro del mondo. L’auto si è già rotta una volta. Non mi piace che tu debba andare laggiù da sola. Sono preoccupato.”
Una strana e sgradevole sensazione cominciò ad impossessarsi di Riley. Ma non sapeva ancora identificarla.
Riprese: “Non ti è mai venuto in mente che questo quartiere mi piaccia davvero? Ho passato tutta la mia vita nella campagna della Virginia. Questo è un cambiamento emozionante, un’avventura. Inoltre, sai che sono una tipa tosta. Mio padre era un capitano dei Marine. Mi ha insegnato come prendermi cura di me stessa.”
Stava quasi per aggiungere …
E sono sopravvissuta ad un attacco di un serial killer un paio di mesi fa, ricordi?
Non solo era sopravvissuta a quell’attacco, ma aveva aiutato l’FBI a rintracciare il killer e a consegnarlo alla giustizia. Ecco perché le era stata offerta l’occasione di partecipare al programma di addestramento.
Ma sapeva che Ryan non voleva sentirne parlare. Il suo orgoglio maschile ne era incrinato.
E Riley si rese conto di una cosa …
Mi infastidisce davvero.
Riley scelse con cura le parole, provando a non dire la cosa sbagliata …
“Ryan, a dire il vero costruire una vita migliore per noi non spetta solo a te. Spetta ad entrambi. Dovrò impegnarmi anch’io. Avrò una mia carriera.”
Ryan distolse lo sguardo, accigliato.
Riley soffocò un sospiro e comprese…
Alla fine, ho detto la cosa sbagliata.
Aveva quasi dimenticato che Ryan non approvava realmente il suo tirocinio estivo. Gli aveva ricordato che sarebbe durato soltanto dieci settimane, e che non si basava su un addestramento fisico. Avrebbe osservato gli agenti al lavoro, soprattutto al chiuso. Inoltre, forse avrebbe potuto ottenere un lavoro d’ufficio lì nella sede centrale dell’FBI.
Di fronte a quelle prospettive, l’uomo si era mostrato più favorevole all’idea, ma non ne era certamente entusiasta.
In realtà Riley non sapeva davvero che cosa il fidanzato preferisse per lei.
Forse voleva che fosse una madre casalinga? In quel caso, prima o poi sarebbe rimasto deluso.
Ma questo non era il momento per affrontare la questione.
Non rovinare questo momento, Riley si disse.
Guardò di nuovo il suo anello, e poi spostò lo sguardo su Ryan.
“E’ bellissimo” disse. “Sono davvero felice. Grazie.”
Ryan sorrise e le strinse la mano.
Poi, Riley disse: “Allora, a chi daremo la notizia?”
Ryan alzò le spalle. “Non lo so. Non abbiamo amici qui in città. Credo che dovremmo metterci in contatto con alcuni dei miei vecchi amici della scuola di legge. Forse tu potresti chiamare tuo padre.”
Riley si accigliò alla sola idea. L’ultima volta che era andata a trovare il genitore non era finita bene. Il loro rapporto era sempre stato davvero complicato.
E inoltre …
“Non ha il telefono, ricordi?” Riley gli rammentò. “Vive da solo sulle montagne.”
“Oh, sì” Ryan esclamò.
“E i tuoi genitori?” gli chiese a questo punto.
Il sorriso svanì leggermente dal volto di Ryan.
“Scriverò loro al riguardo” rispose.
Riley si sforzò per non chiedere …
Perché non chiamarli al telefono?
Forse potrei parlare con loro.
Non aveva mai incontrato i genitori di Ryan, che vivevano nella piccola cittadina di Munny, in Virginia.
Sapeva che Ryan era cresciuto nella classe operaia, ed era molto ansioso di mettersi quella vita alle spalle.
Si chiese se fosse imbarazzato da loro o …
Sono io che lo metto in imbarazzo?
Sanno che viviamo insieme?
Approverebbero?
Ma, prima che Riley potesse pensare al modo di introdurre l’argomento, il telefono squillò.
“Forse potremmo lasciar fare alla segreteria” Ryan propose.
Riley ci rifletté per un momento, mentre il telefono continuava a squillare.
“Potrebbe essere importante” replicò. Raggiunse il telefono e sollevò la cornetta.
Una voce maschile allegra e professionale disse: “Potrei parlare con Riley Sweeney?”
“Sono io” rispose.
“Sono Hoke Gilmer, il tuo supervisore del programma di addestramento dell’FBI. Volevo soltanto ricordarti …”
Riley interruppe con entusiasmo: “Sì, lo so! Sarò lì di primo mattino, alle sette in punto!”
“Perfetto!” Hope rispose. “Non vedo l’ora di incontrarti allora.”
Riley chiuse la telefonata e guardò Ryan, che aveva uno sguardo pensieroso.
“Wow” esclamò. “Sta diventando tutto reale, non è vero?”
Riley comprese come si sentiva. Da quanto si erano trasferiti a Lanton, erano stati quasi sempre insieme.
Invece, l’indomani, avrebbero cominciato entrambi un nuovo lavoro.
Riley propose: “Forse abbiamo bisogno di fare insieme qualcosa di speciale.”
“Grande idea” Ryan propose. “Forse potremmo andare al cinema, trovare un bel ristorante e …”
Riley rise, prendendolo per la mano e facendolo alzare in piedi.
“Ho un’idea migliore” replicò.
Lo spinse in camera, dove caddero entrambi ridendo sul letto.
CAPITOLO DUE
Riley sentiva il respiro e il battito cardiaco accelerare, mentre camminava dalla fermata della metro fino all’enorme e bianco J. Egar Hoover Building.
Perché sono così nervosa? si chiese. Dopotutto, era riuscita a viaggiare per la prima volta da sola in una metropolitana, attraversando la città più grande che avesse mai visitato prima di trasferirsi lì.
Provò a convincersi che non era un grande cambiamento, che stava soltanto andando di nuovo a scuola, così come aveva fatto a Lanton.
Ma non riusciva a fare a meno di sentirsi timorosa e intimidita. Innanzitutto, l’edificio si trovava sulla Pennsylvania Avenue, proprio tra la Casa Bianca e il Campidoglio. Lei e Ryan erano passati in auto davanti all’edificio all’inizio della settimana, ma in quel momento si rendeva semplicemente conto che stava andando lì ad imparare e a lavorare per le prossime dieci settimane.
Sembrava quasi un sogno.
Si diresse all’entrata principale, passò attraverso l’atrio e l’accesso di sicurezza. La guardia all’ingresso trovò il suo nome su una lista di visitatori e le diede una targhetta identificativa da indossare. Poi, la invitò a prendere l’ascensore per scendere di tre piani fino ad una piccola aula.
Quando Riley trovò l’aula e vi entrò, le furono consegnati dei fogli, che contenevano regole, norme ed informazioni che doveva leggere in seguito. Si sedette in mezzo a una ventina circa di altri tirocinanti, che sembravano avere all’incirca la sua età. Sapeva che alcuni, come lei, si erano appena laureati al college; altri invece ancora no e sarebbero tornati al college in autunno.
Molti tirocinanti erano uomini, e la maggior parte ben vestita. Si sentì un po’ insicura nel suo tailleur con pantaloni, che aveva acquistato in un negozio al risparmio di Lanton. Era il miglior completo da lavoro che possedesse, e sperava di apparire sufficientemente rispettabile.
Poco dopo, un uomo di mezza età, dall’aspetto curato, si posizionò di fronte ai tirocinanti seduti.
Esordì: “Sono l’Assistente Direttore Marion Connor, e sono responsabile per il Programma Estivo di Tirocinio dell’FBI. Dovreste essere tutti molto orgogliosi di essere qui oggi. Siete un gruppo molto selezionato ed eccezionale, scelto tra migliaia di candidati …”
Riley deglutì rumorosamente, mentre l’uomo continuava a congratularsi col gruppo.
Migliaia di candidati!
Quanto sembrava strano. La verità era che non aveva nemmeno fatto domanda. Era semplicemente stata scelta per il programma non appena uscita dal college.
Merito davvero di stare qui? si chiese.
L’Assistente Direttore Connor presentò al gruppo un agente più giovane, Hoke Gilmer, il supervisore all’addestramento, che aveva chiamato Riley il giorno prima. Gilmer chiese ai tirocinanti di mettersi in piedi, alzare la mano destra e pronunciare il giuramento dell’FBI.
A Riley venne un nodo in gola, mentre pronunciava le parole …
“Io, Riley Sweeney, giuro solennemente di sostenere e difendere la Costituzione degli Stati Uniti contro tutti i nemici, stranieri e interni …”
Dovette sbattere le palpebre per non piangere e proseguì.
Questo è reale, si disse. Sta accadendo davvero.
Non aveva idea di che cosa l’aspettasse da quel momento in poi.
Ma era sicura che la sua vita non sarebbe più stata la stessa.
Dopo la cerimonia, Hoke Gilmer portò gli studenti a fare un lungo giro del J. Edgar Hoover Building. Riley rimase sempre più stupita per via delle grandezza e complessità dell’edificio, e per tutte le diverse attività che si svolgevano al suo interno.
C’erano stanze destinate agli usi più svariati, un campo da pallacanestro, una clinica medica, una tipografia, molti tipi di laboratori e stanze adibite ad uso informatico, un poligono di tiro, e persino un obitorio e un’officina.
Tutto la sconvolse.
Alla fine del giro, il gruppo fu condotto alla mensa, all’ottavo piano. Riley si sentì esausta, quando mise il cibo sul proprio vassoio, non tanto per i chilometri che aveva percorso a piedi, ma per tutto quello che aveva visto e stava provando ad assorbire.
Quanto di questa meravigliosa struttura poteva sperare di conoscere nelle settimane che avrebbe trascorso al suo interno? Voleva apprendere tutto ciò che poteva, quanto velocemente avrebbe potuto.
E voleva iniziare subito.
Mentre reggeva il vassoio, guardandosi intorno in cerca di un posto in cui sedersi, si sentì stranamente fuori posto. Gli altri tirocinanti sembravano già impegnati a fare amicizia e, seduti in gruppi, chiacchieravano entusiasti della giornata che stavano trascorrendo. Si disse che forse avrebbe dovuto sedersi tra alcuni dei colleghi giovani, presentarsi e conoscerli.
Ma sapeva che non sarebbe stato facile.
Spesso Riley si era sentita fuori posto, e fare amicizia e unirsi agli altri non era mai stata una cosa naturale per lei.
E, al momento, si sentiva più timida di quanto ricordasse di essersi mai sentita.
Ed era solo la sua immaginazione, o alcuni tirocinanti la stavano guardando e facendo commenti sotto voce su di lei?
Aveva appena deciso di sedersi da sola, quando sentì una voce accanto a lei.
“Sei Riley Sweeney, non è vero?”
Si voltò e vide un giovane che aveva catturato la sua attenzione nell’aula e durante il giro. Non era riuscita a fare a meno di notare il suo fascino: un po’ più alto di lei, robusto ed atletico, con corti capelli ricci e un sorriso piacevole. Il completo che indossava sembrava costoso.
“Um, sì” Riley rispose, sentendosi improvvisamente sempre più timida di prima. “E tu … ?”
“John Welch. Piacere di conoscerti. Ti direi di stringerci le mani, ma …”
Lui accennò ai vassoi che entrambi stavano trasportando, e accennò una risata.
“Vorresti sederti con me?” le chiese.
Riley si augurò di non arrossire.
“Certo” gli rispose.
Si sedettero ad un tavolo l’uno di fronte all’altra e cominciarono a mangiare.
Riley chiese: “Come conosci il mio nome?”
John sorrise maliziosamente e disse: “Scherzi, vero?”
Riley rimase stupita. Si sforzò di non rispondere…
No, non scherzo.
John alzò le spalle e disse: “Qui tutti sanno chi sei. Immagino che si possa dire che la tua reputazione ti procede.”
Riley posò lo sguardo su alcuni degli altri studenti. Come previsto, erano ancora intenti a guardarla e a scambiarsi commenti sottovoce.
Riley cominciò a capire …
Devono sapere che cos’è successo a Lanton.
Ma quanto sapevano?
Ed era un bene o un male?
Certamente non aveva preso in considerazione la possibilità di avere una “reputazione” tra i tirocinanti. L’idea la imbarazzava profondamente.
“Di dove sei?” gli chiese.
“Proprio di qui, Washington DC” fu la risposta. “Mi sono laureato in criminologia questa primavera.”
“Che università?” fu ora la domanda di Riley.
John arrossì leggermente.
“Um … George Washington University” rispose.
Riley spalancò gli occhi al nome di un college così costoso.
Dev’essere ricco, pensò.
Sentiva anche che lui si sentiva un po’ a disagio per questo.
“Wow, una laurea in criminologia” esclamò. “Io sono laureata in psicologia. Sei in vantaggio rispetto a me.”
John rise.
“Rispetto a te? Penso di no. Voglio dire, probabilmente sei l’unica tirocinante nel programma con una vera esperienza sul campo.”
Ora Riley si sentì davvero sbalordita.
Esperienza sul campo?
Non aveva pensato a quanto accaduto a Lanton come un’“esperienza sul campo”.
John continuò: “Beh, hai già aiutato a trovare e catturare un vero serial killer. Non riesco ad immaginare a come debba essere stato. Ti invidio, sul serio.”
Riley si accigliò e divenne silenziosa. Non voleva dirlo, ma l’invidia sembrava un’emozione molto inappropriata da provare per quanto aveva vissuto.
Che cosa pensava John fosse successo durante quelle terribili settimane a Lanton? Aveva idea di che cosa avesse provato a trovare i cadaveri delle sue migliori amiche, con le gole brutalmente squarciate?
Sapeva quanto si fosse sentita terrorizzata e distrutta dal dolore e anche quanto si sentisse in colpa?
Era ancora perseguitata dal pensiero che la sua coinquilina, Trudy, sarebbe stata ancora viva, se Riley avesse semplicemente fatto un lavoro migliore prestandole attenzione.
E aveva idea di quanto fosse stato terribile per lei cadere nelle grinfie del killer?
Riley bevve un sorso della sua bibita e infilzò il cibo con una forchetta.
Poi, disse: “E’ stato … beh, non è stato come potresti pensare. E’ soltanto qualcosa che è successa.”
Ora John le rivolse uno sguardo colmo di vera preoccupazione.
“Scusa” disse. “Immagino che tu non voglia parlarne.”
“Forse un’altra volta” Riley replicò.
Cadde uno strano silenzio. Non volendo essere scortese, Riley cominciò a fare delle domande a John sulla sua vita. Quest’ultimo sembrò riluttante a parlarne, ma riuscì a tirargli fuori delle risposte.
I genitori di John erano entrambi noti avvocati, pesantemente coinvolti nella politica di Washington DC. Riley rimase colpita, non tanto dall’ambiente benestante in cui era cresciuto John, ma dal modo in cui aveva scelto un percorso diverso da tutto il resto della famiglia. Invece di perseguire una carriera prestigiosa in legge e politica, John si era dedicato ad una vita più umile di servizio nelle Forze dell’Ordine.
Un vero idealista, Riley pensò.
Si ritrovò a confrontare lui e Ryan, che stava provando a mettersi alle spalle le sue umili origini, diventando un avvocato di successo.
Naturalmente, ammirava l’ambizione di Ryan. Era una delle cose che amava di lui. Ma non poté fare a meno di ammirare anche John, per le scelte che stava facendo.
Mentre continuavano a parlare, Riley sentì che John stava cercando di sedurla.
Sta flirtando con me, intuì.
Fu un po’ colpita da questo atteggiamento. La sua mano sinistra era pienamente visibile sul tavolo ed il ragazzo poteva senz’altro vedere il suo nuovo anello di fidanzamento.
Doveva dire di essere fidanzata?
In qualche modo, sentiva che forse sarebbe stato strano, specialmente se si fosse sbagliata.
Forse non sta affatto flirtando con me.
Poco dopo, John cominciò a farle delle domande, assicurandosi di non toccare l’argomento degli omicidi di Lanton. Come sempre, Riley evitò determinate questioni: il suo travagliato rapporto col padre, i suoi ribelli anni adolescenziali, e in particolare come avesse assistito all’omicidio di sua madre quando era ancora una bambina.
Riley si accorse del fatto che, a differenza di Ryan o John, non aveva davvero molto da dire sulle proprie speranze per il futuro.
Che cosa dice questo di me? si chiese.
Infine, parlò del suo rapporto d’amicizia con Ryan, che era culminato nel loro fidanzamento solo il giorno prima, sebbene non avesse fatto cenno alla gravidanza. Non notò alcun particolare cambiamento nel comportamento di John.
Immagino che sia proprio affascinante per natura, pensò.
Fu sollevata al pensiero di essere saltata alle conclusioni e che non stesse affatto flirtando con lei dopotutto.
Era un brav’uomo, e lei non vedeva l’ora di conoscerlo meglio. Infatti, era piuttosto sicura che John e Ryan sarebbero andati d’accordo. Forse, qualche volta, sarebbero potuti uscire tutti insieme.
Quando i tirocinanti terminarono il loro pasto, Hoke Gilmer li radunò e li condusse in una grande spogliatoio, pochi piani più in basso, in quello che sarebbe stato il loro quartier generale per la durata delle dieci settimane. Un agente più giovane, che assisteva Gilmer, assegnò a ciascuno dei tirocinanti un armadietto. Poi, tutti si sedettero ai tavoli al centro della stanza, e l’agente più giovane cominciò a distribuire dei cellulari.
Gilmer spiegò: “Presto entreremo nei ventunesimo secolo, e all’FBI non piace restare indietro con le nuove tecnologie. Non distribuiremo dei cercapersone quest’anno. Alcuni di voi hanno già un cellulare, ma vogliamo che ne abbiate uno separato specifico per l’FBI. Troverete le istruzioni nel vostro pacchetto d’orientamento.”
Poi, Gilmer rise aggiungendo: “Spero che sarà più facile per voi imparare ad usarli di quanto lo sia stato per me.”
Anche alcuni tirocinanti risero, mentre presero i loro nuovi giocattoli.
Il telefono di Riley sembrava stranamente piccolo nella sua mano. Era abituata ad avere dei telefoni fissi più grandi a casa, e non aveva mai utilizzato un cellulare in vita sua. Sebbene avesse usato i computer a Lanton, e alcuni amici avessero dei cellulari, lei continuava a non possederne uno. Ryan aveva già un computer e un cellulare, e qualche volta prendeva in giro la fidanzata per essere così fuori moda.
A lei non piaceva molto. La verità era che l’unica ragione per cui non possedesse ancora un computer o un cellulare era che non poteva permettersene uno.
Questo sembrava quasi identico a quello di Ryan, molto semplice, dotato di un piccolo schermo per i messaggi, una tastiera numerica e solo tre o quattro altri pulsanti. Eppure, fu strano accorgersi del fatto che non sapesse ancora come effettuare una comune telefonata con esso. Sapeva che sarebbe anche stato strano essere raggiungibile al telefono in qualsiasi momento, a prescindere da dove si trovasse.
Rammentò a se stessa …
Sto iniziando una nuova vita.
Riley notò che un gruppo di persone, degli agenti probabilmente, la maggior parte dei quali uomini, era entrato nello spogliatoio.
Gilmer disse: “Ad ognuno di voi sarà assegnato un agente speciale esperto durante le settimane che passerete qui. Cominceranno a insegnarvi le loro specialità: analisi dei dati del crimine, lavoro forense, lavoro svolto nel laboratorio di informatica, e tutto il resto. Ora ve li presenteremo, e si occuperanno loro di voi.”
Quando l’agente più giovane accoppiò agenti e tirocinanti, Riley notò un particolare …
C’è un agente in meno rispetto ai tirocinanti.
Di fatto, dopo che i tirocinanti se ne andarono con i loro mentori, Riley si ritrovò sola. Guardò Gilmer con perplessità.
Gilmer le rivolse un sorriso appena abbozzato e disse: “Troverai il tuo agente in fondo al corridoio nella stanza diciannove.”
Sentendosi un po’ turbata, Riley lasciò lo spogliatoio e percorse il corridoio, finché trovò la stanza giusta. Aprì la porta e vide un uomo basso, dal largo torace, di mezza età seduto ad un tavolo.
Riley ebbe un sussulto, quando lo riconobbe.
Si trattava dell’Agente Speciale Agent Jake Crivaro, lo stesso che aveva incontrato a Lanton e che le aveva salvato la vita.
CAPITOLO TRE
Riley sorrise, riconoscendo l’Agente Speciale Jake Crivaro. Aveva trascorso la mattinata tra estranei, ed era piuttosto contenta di vedere quel volto familiare.
Immagino che non dovrebbe sorprendermi, pensò.
Dopotutto, ricordò ciò che lui le aveva detto a Lanton, quando le aveva dato i documenti per iscriversi al Programma di Tirocinio …
“Ho diritto alla pensione, ma potrei restare per un po’ per aiutare qualcuno come te ad iniziare.”
Doveva aver richiesto di essere specificatamente il mentore di Riley per il tirocinio.
Ma il sorriso di Riley svanì rapidamente, quando comprese …
Non sta sorridendo.
Infatti, l’Agente Crivaro non sembrava neanche un po’ felice di vederla.
Ancora seduto al tavolo, l’uomo incrociò le braccia ed annuì verso un uomo ordinario ma apparentemente affabile sui vent’anni, che era in piedi vicino a lui. Crivaro disse …
“Riley Sweeney, voglio presentarti l’Agente Speciale Mark McCune, proprio di qui, Washington DC. E’ il mio partner su un caso a cui sto lavorando oggi.”
“Piacere di conoscerti” l’Agente McCune disse con un sorriso.
“Il piacere è mio” Riley rispose.
McCune sembrava decisamente più amichevole di Crivaro.
Crivaro si alzò dal tavolo. “Considerati fortunata, Sweeney. Mentre gli altri tirocinanti sono bloccati dentro ad imparare a riempire armadietti ed usare le graffette, tu starai proprio sul campo. Sono appena arrivato qui da Quantico per lavorare ad un caso di droga. Ti unirai all’Agente McCune e me, adesso andremo sulla scena del crimine.”
L’Agente Crivaro uscì dalla stanza.
Mentre Riley e l’Agente McCune lo seguivano, pensò …
Mi ha chiamata “Sweeney.”
A Lanton, era abituata a farsi chiamare “Riley” da lui.
Riley sussurrò a McCune: “L’Agente Crivaro è infuriato per qualcosa?”
McCune alzò le spalle e le rispose, sussurrando anche lui: “Speravo che potessi dirmelo tu. Questo è primo giorno che lavoro con lui, ma ho sentito dire che hai già lavorato ad un caso con lui. Dicono che sia rimasto particolarmente colpito da te. Gode di una reputazione da uomo brusco. Il suo ultimo partner è stato licenziato, sai.”
Riley quasi disse …
In realtà, non lo sapevo.
Non aveva mai sentito Crivaro menzionare un partner quando erano a Lanton.





